Domenica pomeriggio, nella blasonata cornice di Auto e Moto d’Epoca, il pilota di Adria ha chiuso il cerchio, tra gioie e dolori, sulla serie tricolore storica targata 2022.
Su un palcoscenico di caratura internazionale, quale è la kermesse Auto e Moto d’Epoca che si è svolta dal 20 al 23 di Ottobre in fiera a Padova, si sono tenute le premiazioni ufficiali che hanno chiuso il Campionato Italiano Rally Auto Storiche.
Presente anche Matteo Luise, autentica rivelazione di una stagione tricolore che lo ha visto alla ribalta nazionale con la sua Fiat Ritmo 130 gruppo A, affiancato dalla moglie Melissa Ferro.
Una stagione incredibile la sua, vissuta tra gli alti di notevoli risultati ed i bassi di qualche sfortunato episodio che, purtroppo, ha inciso pesantemente sulle sorti di una stagione che avrebbe anche potuto consacrarlo campione italiano, nell’ambito del quarto raggruppamento.
Il migliore avvio in carriera, da quando ha abbracciato il CIRAS, aveva visto il portacolori del Team Bassano infilare due secondi assoluti, rispettivamente al Costa Smeralda ed al Targa Florio, per poi centrare il terzo successo consecutivo, di classe, in un Campagnolo macchiato da un lutto che ha messo in secondo piano ogni risultato sportivo, di fronte al funesto evento.
Quando tutto sembrava volgere a favore del pilota di Adria, capace di mettere in riga vetture ben più performanti della trazione anteriore della casa torinese, preparata al meglio da Silvano Amati e Valentino Vettore, Luise ha imboccato un tunnel dal quale non è più uscito.
L’esclusione del Lana, durante le verifiche tecniche d’ufficio per il famoso diffusore della discordia, è stata parzialmente arginata dal quinto assoluto, terzo di raggruppamento e primo di classe centrato all’Alpi Orientali, ultimo acuto prima di fare i conti con una sorte avversa.
Fermo per problemi tecnici all’Elba, quando il bottino di punti gli poteva consentire di mettere una pesante ipoteca sul titolo, ed autore di un unico, fatale, errore con l’uscita di Sanremo.
Nonostante l’aver cullato un sogno che, suo malgrado, non si è trasformato in realtà a Luise è rimasta comunque la soddisfazione di aver messo in bacheca il titolo tricolore per quanto riguarda il gruppo A nonché per la classe duemila tra le J2, bissando il successo del 2019.
“Siamo stati molto contenti per aver partecipato alle premiazioni di Domenica pomeriggio” – racconta Luise – “ma è innegabile dire che è stato come riaprire una ferita che stavamo cercando, a fatica, di chiudere. Abbiamo vinto il gruppo A e la classe duemila, titoli che fino a qualche stagione fa erano nei nostri obiettivi. Quando abbiamo fatto quest’anno, giocandoci il titolo italiano di quarto raggruppamento, ha messo in secondo piano questi risultati che sono comunque delle belle soddisfazioni da portare a casa. Resta però l’amaro in bocca ed è tanto.”
Un’occasione per congedare definitivamente l’annata e per guardare ad un futuro alle porte.
“Ringrazio Silvano e Valentino in primis” – aggiunge Luise – “perchè ci hanno permesso di arrivare ad importanti traguardi quest’anno, impensabili per chiunque ad inizio stagione. Grazie a Melissa, sempre in crescita al mio fianco. Grazie a tutti i partners che ci hanno sostenuto, al Team Bassano ed ai tanti tifosi che abbiamo avuto lungo le speciali. Sicuramente ripartiremo con il CIRAS nel 2023 perchè vogliamo riprovare a dare vita a questo bel sogno vissuto.”