L’amicizia con Fabrizio Handel ed una sana dose di determinazione, costanza e follia, condivisa con Andrea Casanova, hanno dato vita a Never Give Up, la storia di Matteo Luise.
Un progetto lungo, durato una decina di anni, ha dato alla luce questo film documentario sulla prima parte della carriera sportiva del pilota polesano, dagli esordi sui kart alla stagione 1999, prima di appendere temporaneamente il casco al chiodo.
“Tutto è nato dall’idea dell’amico Fabrizio” – racconta Luise – “che mi aveva proposto di realizzare una raccolta unica di tutti i video che mi avevano visto impegnato nella prima parte della mia carriera, fino alla stagione del 1999 dove ho dovuto smettere per portare avanti il lavoro di famiglia. Da buon pilota non avevo mai archiviato il materiale di quegli anni ed avevo a casa solo qualche videocassetta impolverata. Ho accettato con piacere l’offerta di Fabrizio e da li è iniziata una lunga ricerca di questo materiale video. È durata sei, sette, anni e la sua determinazione nel non arrendersi lo ha portato sino in Australia, per recuperare quei video importanti. Una volta recuperati si trattava di metterli tutti assieme, la parte più grossa del lavoro sembrava terminata.”
Quel che sembrava essere un punto di arrivo si è trasformato, grazie all’incontro tra Fabrizio ed Andrea, l’inizio di una nuova ed inaspettata avventura.
“Ricordo come fosse ieri la chiamata di Fabrizio” – sottolinea Luise – “che mi raccontava di aver visto un video che un certo Casanova aveva realizzato per mio fratello Marco, un promo per il secondo Rally Storico Città di Adria. Era il 2014. Tramite Marco il gatto e la volpe si incontrarono e da quel momento tutto cambiò. Ricordo l’entusiasmo di Fabrizio nel dirmi che aveva trovato il modo per realizzare quello che aveva in mente per me e così gli diedi carta bianca, rendendomi conto che non potevo più avere idea di cosa sarebbe potuto nascere da quei due messi assieme.”
Un primo, autentico, tuffo nei ricordi avveniva quando giungeva l’ora delle interviste.
“Io ero rimasto all’idea della raccolta video” – ricorda Luise – “e quando Fabrizio mi disse che dovevamo vederci per preparare i testi sono rimasto sorpreso. Abbiamo passato un’intera giornata a mettere su carta la mia storia. Lui scriveva pagine su pagine mentre io, ricordando tutti i vari episodi della mia storia sportiva, mi emozionavo davvero tanto. Forse in quel momento mi sono reso conto che la mia idea era lontana anni luce da quanto aveva in mente Fabrizio. Credo che quella giornata, a rivivere i miei ricordi, sia stata una delle più emozionanti di tutta l’intera progettazione di questo film.”
Un progetto alla cieca, in quanto tutto doveva essere realizzato per regalare forti emozioni.
“Dopo quell’incontro” – aggiunge Luise – “ci siamo trovati, assieme a Fabrizio ed Andrea, per registrare le mie interviste ma, dopo quello, non ho mai visto niente sino a quando il lavoro è stato concluso. Fabrizio ci teneva a farmi una sorpresa e posso dire che ci è riuscito, in svariate occasioni durante questo percorso. Una volta terminato il montaggio lo abbiamo visto assieme, così come era nei piani, con i miei familiari e qualche amico. Beh, tutto avrei pensato ma non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi davanti ad un film vero e proprio. Dopo un paio di minuti ero già in lacrime, già vedendomi da bambino sui kart, e vedere che i miei familiari ed i miei amici erano commossi tanto quanto me è stata un’emozione indescrivibile. Ci sono voluti un bel pò di fazzoletti.”
Un’esplosione di emozioni, grazie anche ai tanti protagonisti ospiti che hanno accettato di far parte di questo film.
“Mentre ero in lacrime il film continuava” – conclude Luise – “e quando ho scoperto che all’interno del film, del mio film, erano state inserite tante persone a me care è stato il colpo finale. Rivedere i compagni di tante battaglie, Raffaele Caliro ed il buon “Titti”, o alcuni dei miei più blasonati avversari, Giandomenico Basso e Gianfranco Cunico, assieme a chi mi è stato vicino sin dall’inizio come Gianbattista Bolzonella, il navigatore del mio esordio, o Valentino Vettore, che seguiva la mia Ritmo negli anni ottanta come lo fa ora, è stato incredibile. Avere nel mio film la mia famiglia, mia moglie Melissa e mia mamma, assieme ai miei fratelli Mauro e Marco. Emozioni su emozioni. Rivedere l’amico di sempre, Luciano Chiaramello, che mi ha sostenuto tanto quando finì l’avventura in Grifone e vedere che si ricordava ancora di me è stato speciale. Un lavoro straordinario, quello di Fabrizio ed Andrea, ai quali sarò debitore per sempre. Credo di essere stato davvero fortunato a poter vivere un’esperienza simile. Un’esperienza unica che potrò rivivere ogni volta che riguarderò quel film, il mio film.”